Di seguito agli anni di Nāser, che aveva governato il suo stato in modo autoritario e oppressivo, era necessaria una vera e propria apertura, sia politica che economica.
Si andò sviluppando pertanto un lento processo di democratizzazione (di certo non ai livelli degli stati occidentali) che portò intensi benefici, soprattutto nei rapporti internazionali. Abbandonata l’alleanza con l’URSS, si avviò una preziosa intesa con gli USA che portarono Sādāt, presidente della Repubblica Egiziana 1970-1981, a una nuova strategia politica internazionale.
L’apparente stato di quiete, durato una decina di anni, non ha vietato all’Egitto una lento e progressivo avvicinamento alle ideologie “occidentali”. Dagli anni 2000, durante l’oppressivo regime di Mubarak, si comincia a percepire il malcontento popolare, fino allo sfociare, nel 2011, in una vera e propria guerra civile, chiamata Rivoluzione del Nilo.