Dopo i mesi di guerra civile vissuti in Egitto agli inizi del 2011 ecco affacciarsi una nuova speranza per il popolo delle rive del Nilo: Mohamed Morsi, salito alla presidenza dopo i trent’anni di Mubarak.
Morsi è stato membro del parlamento egiziano dal 2000 al 2005, e li era schierato dalla parte dell’organizzazione civile chiamata “Fratelli Musulmani”. Denunciò molti trasmissioni televisive e i concorsi di Miss Egitto perché contrari alle norme sociali, alla Costituzione e alla Sharia.
Riesce a diventare Presidente della Repubblica con una vittoria di stretta misura e a venir dichiarato ufficialmente, nel giugno 2012, vincitore delle elezioni presidenziali in Egitto. Morsi riesce a vincere con 13 milioni di voti contro i 12 andati al suo sfidante, Ahmad Shafik, ex premier di Mubarak.
L’affluenza alle urne è stato del 51% degli aventi diritto di voto.
Dal presidente, le parole di un nuovo inizio: potrà essere sicuramente fiorente grazie al sangue versato dai martiri della rivoluzione! L’intento delle politiche di Morsi è quello di ricostruire l’Egitto e di donare agli egiziani una nuova dignità: uno stato che faccia riferimento, sì, alla Sharia, ma che si presenti anche come “non teocratico”.
L’impegno di Morsi a un miglioramento delle condizioni sociali, prevede anche il superamento dei vecchi ostacoli per le donne che vogliono avere pari dignità sociale degli uomini.
Il nuovo Presidente della Repubblica d’Egitto si descrive come il “Presidente di tutti gli egiziani”, che desidera prima di tutto mantenere la pace sia all’interno che all’esterno del proprio paese.