La piramide di Chefren è la seconda piramide più grande di tutto l’Egitto. Fu costruita dal IV sovrano della IV dinastia e denominata Wr Kafre, ossia “Grande è Kafre”.
Le dimensioni della piramide sfioravano i 144 metri in altezza (oggi 137 circa), i 215 metri di larghezza, per un volume totale di 2.230.000 m3. La piramide nella metà inferiore presenta dei grandi blocchi irregolari di pietra grezza; la piramide anche se di dimensioni inferiori, appare più alta di quella di Cheope perché è stata costruita sopra uno zoccolo di roccia alto circa 10 metri. Sulla sommità conserva ancora una parte originale della copertura in calcare bianco di Tura che doveva ricoprire, in passato, tutta la struttura. La base invece è rivestita di pietra etiopica, cioè granito rosso e grigio proveniente da Assuan.
La Piramide di Chefren era stata violata sin dall’antichità; venne aperta e chiusa numerose volte in epoca cristiana e anche nel periodo delle invasioni arabe, vista la scritta interna (ovviamente in arabo) che nomina un certo Muhammad Ahmed, muratore in un tempo non però definito. Nel 1548 però abbiamo altre notizie da Jean Chesneau, il quale descriveva la piramide come impenetrabile. Da allora moltissimi archeologi tentarono di entrarvi ma solamente Giovanni Battista Belzoni riuscì nell’impresa. Aveva notato un grande ammasso di pietre che ricopriva quasi tutta la facciata nord: dopo averle rimosse trovò un pertugio impraticabile, probabilmente scavato da ladri, e dopo tre grandi blocchi che costituivano l’ingresso principale della piramide.
L’interno della piramide è abbastanza spoglio e privo di quelle bellezze che caratterizzano le altre grandi opere dell’Antico Egitto.
All’interno si scende subito per 32 metri: il corridoio conduce a un altro cunicolo che termina nella camera funeraria rimasta purtroppo incompiuta. La camera misura 14,15 per 5 metri. È completamente scavata nella pietra con il soffitto a 2 spioventi, formato da 17 coppie di travi in pietra calcarea.
L’unico arredo funerario ritrovato è stato il sarcofago di granito rosso, completamente privo di iscrizioni e spezzato, purtroppo, a metà.
Più avanti si trova un’altra grande camera, destinata probabilmente a magazzino oppure a luogo di raccolta di offerte funebri.