La Valle dei Re è una vasta area dell’Egitto, nei pressi dell’antica città di Tebe (l’odierna Luxor), in cui, tra il 1552 a.C. e il 1069 a.C., venivano sepolti i più grandi sovrani dell’antico Egitto.
La valle, in lingua egizia il “Grande Campo”, è anche denominata in arabo come Biban el-Moluk, ossia la “Valle delle Porte dei Re”. Qui, dal momento della sua scoperta, ad oggi, sono state rinvenute più di 63 tombe di faraoni.
Ma perché si era scelta proprio questa zona per la sepoltura dei propri sovrani? Innanzitutto la vicinanza alla capitale Tebe, ma anche la morfologia del territorio offriva degli spunti migliori per la costruzione e soprattutto per scopi puramente religiosi. Per quanto riguarda la prima motivazione, effettivamente la zona era ricca di pietra calcarea: questa pietra è facilmente lavorabile e scavabile. Essa veniva dunque utilizzata per ottenere pareti abbastanza lisce su cui dipingere.
La morfologia del territorio poi è molto pratica e raccolta: la valle ha un solo accesso ed era facilmente presidiabile da sentinelle che venivano ubicate su tutti i crinali che la circondano. In ultimo, la vicinanza con il fiume Nilo (solo 3 km) dava la possibilità di essere raggiunta dalle processioni funerarie degli antichi re.
Tutte le tombe presenti nella valle propongono un’architettura abbastanza singolare: le tombe della XVIII dinastia ad esempio sono generalmente scavate nelle pareti della valle, sfruttando il letto di antiche cascate ormai asciutte. Andiamo ora a vedere le differenze tra le tombe che permettono una facile identificazione delle diverse dinastie che si susseguirono in quei 500 anni.
La valle ospita le tombe delle dinastie XVIII, XIX e XX.
Le tombe della XVIII Dinastia si sviluppano secondo un asse a gomito, riprendendo la struttura dei passaggi esistenti nelle sepolture delle piramidi del Medio Regno. Il percorso è quindi lungo e tortuoso: è quel percorso che secondo i testi sacri deve percorrere il sole per arrivare al mattino. Così avverrà per il faraone nel momento della sua resurrezione nel mondo dell’aldilà.
Le entrate sono generalmente precedute da una scala a cui segue poi un corridoio che arriva fino al Santuario degli Dei dell’est e dell’ovest. Le altre sale presenti svolgevano la funzione di Sala d’attesa. Infine il sarcofago è posto con andamento ortogonale rispetto al corridoio d’accesso alla camera funeraria.
Le tombe della XIX Dinastia presentano un percorso meno contorto per arrivare alla camera funeraria, ma ancora i due spazi non sono allineati tra di loro. Per raggiungere la camera funeraria bisogna percorrere alcune rampe di scale. Si immagina che la variazione architettonica, seppur di poco conto, sia derivata dalla struttura delle tombe realizzate a Akhetaton. Tutte le tombe presentavano porte in legno per agevolare lo svolgimento delle ispezioni dei funzionari preposti. Prima della sala colonnata, doveva aprirsi una finta camera sepolcrale per scoraggiare eventuali ladri. Anche qui, il sarcofago è posizionato ortogonalmente rispetto al corridoio d’entrata.
Con la XX Dinastia si giunge alla semplificazione delle architetture. La tomba si apre a livello del suolo e il percorso, seppur in discesa, ora si presenta senza scale. La Camera funeraria e il corridoio sono allineati sullo stesso asse e sempre sullo stesso viene posizionato anche il sarcofago.
Le tombe della XX Dinastia fanno largo anche a un pozzo che ha lo scopo di raccogliere l’acqua piovana e, allo stesso tempo, di evitare che la tomba si allaghi.